Pagelle d’Abruzzo: doppio primato per Marsilio

Dopo la sfida elettorale abruzzese, tornano le pagelle della politica, Abruzzo edition

Marco Marsilio: 10

Definito da certa stampa come un fantoccio: vince le elezioni stabilendo due primati. Il primo Presidente ad essere riconfermato in Abruzzo ed il primo Presidente di FdI a rivincere le elezioni. E’ una plastica dimostrazione di come la destra sappia esprimere una solida ed apprezzata classe dirigente
sul territorio.

Luciano D’Amico: 5

Alla fine ci ha creduto anche lui alla favola della rimonta. La realtà però parla di un candidato sbiadito, fintamente civico, frutto di rincalzo di un sistema di potere locale incarnato da Luciano D’Alfonso, oggi bocciato per la seconda volta dagli elettori. Crediamo in via definitiva.

Giorgia Meloni: 7

Rimette la Chiesa al centro del villaggio. Elmetto in testa e nervi saldi. Smentisce la narrazione che la voleva già all’angolo e da appuntamento a tutti a Giugno.

Elly Schlein: 6

Dovrebbe chiedere i danni a Repubblica ed a tutti quei giornali e giornalisti che per un mese hanno raccontato una realtà inesistente che le prometteva sfracelli. Se pur nella sconfitta il Pd guadagna in percentuale affermando una buona performance di lista, cannibalizzando gli avversari.

Giuseppe Conte: 5

Sotto il vestito niente. Finchè il Pd concede i candidati alla presidenza ci si può nascondere, ma quando si vanno a contare i voti, sia che si vinca, sia che si perda, il Movimento Cinque Stelle sui territori è impalpabile.

Matteo Salvini: 6

La vittoria lenisce ogni ferita, ma la Lega sotto il Po’ è malata, e prima o poi una cura la si dovrà trovare.

Antonio Tajani: 8

Una rivincita contro tutti coloro che davano Forza Italia per morta e la sua leadership evanescente. La verità è che lavorando sul territorio e facendo un po’ di politica gli azzurri restano l’unico vero riferimento per l’elettorato popolare, moderato e centrista, candidandosi ad essere la seconda forza
del centrodestra.

Renzi e Calenda: 4

Ci risultano simpatici perché forniscono sempre spunti di discussione ad una politica spesso asfittica. Ma questa cosa di non presentarsi mai con i loro simboli sulla scheda elettorale, giocando a nascondino con le civiche inizia davvero ad essere stucchevole. Anche basta.

Maurizio Molinari: 3

Va bene essere la punta di lancia dell’opposizione mediatica, economica e politica al Governo Meloni, va pure bene usare toni duri, ma raccontare favole narrando una realtà che non esiste, infarcendola di insulti agli avversari politici ci sembra troppo anche per un giornale come Repubblica. Che poi uno si spiega perché le vendite colano a picco.

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