Pandemia e Didattica a Distanza: l’esperienza del Conservatorio “L. Refice” di Frosinone

La lettera del Professor Alberto Giraldi, direttore del Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone, alla nostra redazione.

Egregio Direttore,

è ormai chiaro a tutti che la pandemia COVID-19 ha colto di sorpresa il mondo intero. Il problema non poteva dunque risparmiare un settore così specifico come la Musica, ed in particolare la didattica musicale. Come tutte le crisi, l’emergenza sanitaria ci ha inizialmente frastornati. Man mano ci ha visto protagonisti della reazione possibile, ci ha ricordato di seguire il vecchio adagio, secondo cui le difficoltà possono costituire delle opportunità. E’ con questo spirito che il Conservatorio “L. Refice” di Frosinone sta affrontando la crisi e la ormai famigerata DAD. Quasi tutti i docenti, perlomeno sin dove è possibile, in ordine a specifiche, insormontabili difficoltà, si sono organizzati, hanno effettuato quella “riconversione” necessaria che occorreva a garantire la continuità della docenza, affinché gli studenti non risentissero in modo devastante degli effetti del distanziamento sociale; non patissero l’impossibilità di sostenere esami, tesi di Diploma Accademico; potessero continuare i loro percorsi subendo il minimo danno possibile. E’ così che ogni docente si è organizzato, utilizzando tutti i mezzi che la tecnologia mette oggi a disposizione, per accorciare le distanze con i propri discenti.

Tale esercizio ha rivelato – come poco sopra si diceva – nuove opportunità e, naturalmente, alcune criticità ad oggi di complessa, se non impossibile soluzione. Il “digital divide” che vede un paese a due, ma anche a tre velocità, problema affrontato anche dal ministro Gaetano Manfredi nella sua audizione in Commissione Cultura, è il primo scalino da superare. Non tutti gli attori della DAD infatti sono dotati delle tecnologie necessarie per affrontare la sfida e molti non sono raggiunti dalle infrastrutture idonee a garantire connessione di qualità, indispensabile per la stessa DAD. C’è poi il problema della qualità del suono. Quasi tutte le piattaforme di condivisione presenti sul mercato, sono orientate al soddisfacimento di videoconferenze, con il risultato che gli algoritmi di trattamento del suono si concentrano orientativamente sulla qualità della voce umana – peraltro, quella parlata – e non sulla complessa tavolozza timbrica dei vari strumenti insegnati nei Conservatori, timbrica che ad oggi appare per lo più mortificata. Tutti sanno che una lezione di strumento, soprattutto nel contesto della Musica tradizionale, non può mettere in secondo piano l’attenzione e la cura del “bel suono”, delle dinamiche, fatti difficilmente esperibili sulle piattaforme di condivisione di cui un pò tutti abbiamo fatto esperienza in questo difficile periodo. Infine, i Conservatori hanno patito in modo sostanziale l’inesistenza di piattaforme veramente performanti che soddisfino la possibilità di suonare insieme, a distanza. Dunque, tutta la Musica d’insieme ha ampiamente sofferto tale assenza di soluzioni concrete. Detta criticità non è ad oggi risolta proprio nei precipui aspetti tecnologici: non esistono piattaforme che eliminino in modo realmente soddisfacente la cosiddetta “latenza”, ossia il ritardo con cui il suono giunge da un device all’altro, consentendo ai protagonisti dell’esecuzione collettiva di poter “andare insieme”. Diversi esperimenti sono in corso, un certo numero di piattaforme già operano in rete e tuttavia ci sentiamo di dire che la situazione, sostanzialmente a livello tecnologico, non è attualmente prossima a trovare soluzioni definitive, anche se siamo convinti che la ricerca in materia farà i suoi passi e certamente fornirà, in un prossimo futuro, alcune auspicabili risposte. Difficoltà infine, o meglio impossibilità assoluta di operare – a maggior ragione – per i grandi complessi (Cori, Orchestre Sinfoniche, Orchestre di Fiati etc.). In tal senso non sarà probabilmente possibile che la tecnologia dia delle soluzioni convincenti, a mio modesto avviso, neppure a breve termine: l’interazione dei musicisti, nella dimensione live, è fatto insostituibile e, sempre a parere del sottoscritto, difficilmente surrogabile con una modalità tecnologica. Non entriamo invece nella problematica della Musica dal vivo e della discografia, cui già la rete ha dato un colpo terribile; figuriamoci se dovessero entrare nell’uso comune piattaforme per poter fare musica d’insieme a distanza! Ciò non toglie che le opportunità di ricerca, di “inventarsi” nuove strade per comunicare con gli studenti ed anche – naturalmente – per esperire nuove forme di interazione musicale che facciano uso di tecnologie performanti, è la sfida che l’emergenza sanitaria ci ha suggerito e che quasi tutti hanno cercato di interpretare in questa direzione.

Ci auguriamo tutti dunque, di rientrare nei nostri Conservatori per ricominciare a fare Musica insieme, dal vivo, di fronte ai nostri studenti, con i nostri docenti e la nostra utenza, il nostro pubblico. Senza dimenticare che la pandemia ci ha insegnato ad “inventare” nuove strade, ad affrontare le criticità con lo spirito creativo che in particolare contraddistingue la nostra categoria, la Musica, quella vera, ha necessità del rapporto diretto. Così oggi, non posso che rinnovare a tutti l’invito a venirci a trovare, quanto prima, nel nostro Istituto: le iscrizioni sono aperte sino al 30 Giugno; a settembre terremo gli esami di ammissione. E, appena possibile, per poter fruire insieme della didattica e godere della produzione artistica e concertistica del Conservatorio “L. Refice” di Frosinone! Il Conservatorio del territorio vi aspetta – da quando si potrà – a braccia aperte!

M° Alberto Giraldi

Direttore Conservatorio

“L. Refice” – Frosinone

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