Premio Strega: dal 1947 il riflesso dell’editoria italiana

Solo pochi giorni fa è stata annunciata la dozzina dei candidati all’edizione 2024 del Premio Strega, il più autorevole concorso letterario sul territorio italiano. Indiscutibile l’importanza che viene attribuita a questa competizione da lettori e addetti ai lavori che ogni anno seguono incuriositi l’iter e il titolo vincitore tra le varie proposte. 

Verrebbe da pensare a come e cosa sia abbia fatto diventare così importante questa iniziativa culturale che non ha pari in Italia e la cui vittoria viene considerata tra gli indicatori più influenti anche sul mercato. Secondo le statistiche, infatti, i testi candidati e insigniti di questo premio raggiungono più facilmente il pubblico e riscuotono un successo nettamente maggiore sugli scaffali delle librerie. Le differenze sono sostanziali; si parla proprio del cosiddetto Fattore Strega che, in base ai dati presentati da Stefano Petrocchi in occasione della conferenza stampa del 5 aprile, genera un incremento medio nelle vendite che sfiora anche il 400% e il 500%. Percentuale, peraltro, in crescita nell’ultimo decennio.  

A tal proposito, prima di raccontare qualche notizia sulla dozzina selezionata del 2024, sembra interessante fornire qualche informazione in più sulla storia e l’evoluzione di questo premio arrivato ormai alla sua LXXVIII edizione. Fu la scrittrice Maria Bellonci con i finanziamenti dell’imprenditore Guido Alberti a dare vita a questa iniziativa. Mossa probabilmente da quella ventata di novità culturale e, finalmente, libertà che si respiravano nell’Italia di fine anni ’40, Bellonci rese realtà l’idea che da qualche tempo stava occupando la sua mente: 

Già da tempo cominciavo a pensare ad un nostro premio, un premio che nessuno ancora avesse mai immaginato. L’idea di una giuria vasta e democratica che comprendesse tutti i nostri amici mi sembrava tornar bene per ogni verso; confermava il nuovo acquisto della democrazia.

In quel febbraio 1947, dunque, una cerchia ristretta di menti illustri, che presero, poi, il nome di Amici della domenica, ha dato inizio ad una lunga tradizione culturale che di anno in anno ha tentato di intercettare e rappresentare i gusti e gli umori dell’editoria italiana. Tra i titoli insigniti del Premio Strega figurano capisaldi della letteratura quali Il nome della rosa di Umberto Eco (1981), L’isola di Arturo di Elsa Morante (1957) o, ancora, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1959). 

Dal 2014, inoltre, si è deciso di ampliare e modificare leggermente la competizione creando una nuova sezione dedicata ad autori e autrici provenienti da diversi stati europei dal nome, appunto, Premio Strega Europeo. Si è deciso anche di coinvolgere le generazioni più giovani con un premio parallelo a quello originale ma attribuito da una giuria di studenti e studentesse provenienti da oltre cento istituti secondari di secondo grado. Infine, uno degli ultimi aggiornamenti si è attuato nel 2023, con la nascita di una competizione dedicata esclusivamente alla poesia; riconoscimento vinto, nella sua prima edizione, da Vivian Lamarque con L’amore da vecchia.

Come è sempre accaduto nei vari anni, anche la dozzina di titoli nominati nel 2024 è abbastanza rappresentativa del mondo letterario italiano. Innanzitutto, necessario sottolineare come i titoli proposti dal gruppo Amici della domenica sono sempre più numerosi, in quest’edizione sono stati vagliati ben 82 testi in prosa dalla giuria che vede il volume del suo lavoro incrementarsi di volta in volta. Come si è detto nel corso della conferenza stampa, infatti, si sente sempre di più la necessità di usufruire di canali come i premi letterari per emergere tra le proposte di lettura in un mercato così affollato come quello dell’editoria italiana; questo evento rappresenta un trampolino di lancio particolarmente significativo e, bisogna dirlo, anche remunerativo per chi scrive e per chi pubblica. 

Nella breve introduzione che è stata esposta come preludio all’annuncio della dozzina dei testi candidati quest’anno, si nota una narrativa italiana in cui prevale una sensazione di realismo e intimismo. Anche i romanzi storici o distopici ricercano di incanalare nella scrittura le problematicità dell’epoca contemporanea regalando momenti di introspezione e riflessione su temi come l’emergenza climatica e la ricerca dell’autenticità. Prevale come leit motiv comune l’elemento dell’acqua in ogni suo possibile stato. Dai ghiacciai alla presenza del mare, dalla siccità alle grandi metafore costruite sulle immagini dei fiumi. Un nucleo narrativo che nella letteratura italiana è sempre stato presente e influente, quasi come se essere nati in una penisola abbia reso il nostro immaginario sensibile allo scorrere dei fluidi. 

Le pagine analizzate dagli Amici della domenica hanno restituito una società frastagliata, ricca di contraddizioni e in crisi che ricerca il proprio equilibrio rifugiandosi nel passato, nel dolore, nelle province. Non viene più decantata l’idea di amore, di famiglia o dei legami se non con descrizioni accompagnate da parecchie ombre, dubbi e incertezze segnale della fluidità e delle modifiche che si stanno assistendo nel rapporto tra gli esseri umani e tra le diverse specie di esseri viventi sulla terra. 

Da questo panorama quasi in bilico tra un solido passato e un incerto ma inevitabile futuro sono stati selezionati dodici titoli che, secondo la giuria, più sono stati rappresentativi per quest’edizione: 

  • Sonia Aggio, Nella stanza dell’imperatore (Fazi), proposto da Simona Cives.
  • Adrián N. Bravi, Adelaida (Nutrimenti), proposto da Romana Petri.
  • Paolo Di Paolo, Romanzo senza umani (Feltrinelli), proposto da Gianni Amelio.
  • Donatella Di Pietrantonio, L’età fragile (Einaudi), proposto da Vittorio Lingiardi.
  • Tommaso Giartosio, Autobiogrammatica (minimum fax), proposto da Emanuele Trevi.
  • Antonella Lattanzi, Cose che non si raccontano (Einaudi), proposto da Valeria Parrella.
  • Valentina Mira, Dalla stessa parte mi troverai (SEM), proposto da Franco Di Mare.
  • Melissa Panarello, Storia dei miei soldi (Bompiani), proposto da Nadia Terranova.
  • Daniele Rielli, Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale (Rizzoli), proposto da Antonio Pascale.
  • Raffaella Romagnolo, Aggiustare l’universo (Mondadori), proposto da Lia Levi.
  • Chiara Valerio, Chi dice e chi tace (Sellerio), proposto da Matteo Motolese.
  • Dario Voltolini, Invernale (La nave di Teseo), proposto da Sandro Veronesi.

Tra la dozzina figurano diversi titoli interessanti e volti già noti al mondo dell’editoria contemporanea, noi li leggeremo e ne discuteremo insieme da veri appassionati in attesa che la giuria stabilisca anche per quest’anno quale dei dodici sarà il libro insignito del premio. Tenendo sempre presente che, come dice Gianluigi Simonetti, nelle competizioni letterarie la bellezza vince solo a volte […] i premi vanno a coloro che meglio intercettano, per motivi diversi, una tendenza o una sensibilità del proprio tempo.

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