Putin, sì ai colloqui con USA, no all’incontro con Biden

Il conflitto in Ucraina non sembra dare segnali finali, anche se da parte degli USA pare esservi tutta la buona volontà di aprirsi ai dialoghi con la Russia, appoggiati in primis dalla Francia di Macron che sta organizzando una conferenza internazionale a Parigi per raccogliere aiuti per Kiev il 13 dicembre. 

Non è più una semplice guerra, ma una vera  questione politica e di orgoglio sia dell’Occidente sia dell’Oriente. Putin non avrebbe alcuna intenzione di accettare le condizioni americane, ovvero il ritiro definitivo delle sue truppe dal territorio ucraino. È un “tira e molla” di colpe tra le due parti: la Russia accusa l’Occidente per la sua linea “distruttiva” nei confronti di questa operazione speciale, aggiungendo che non dovevano fornire le armi all’Ucraina. “L’attenzione è stata attirata sulla linea distruttiva degli stati occidentali, compresa la Germania, che hanno potenziato il regime di Kiev con le armi, addestrato l’esercito ucraino”, ha dichiarato Putin. 

Dunque, gli attacchi missilistici russi sono ammessi, la difesa militare Ucraina no? Certo, perché sarebbero una risposta agli attacchi provocatori di Kiev soprattutto quelli sul ponte di Crimea e agli impianti energetici. 

La risposta di Mosca

Sono stati trovati ultimamente pacchi esplosivi e insanguinati davanti ad ambasciate ucraine e ai consolati in cinque paesi europei: Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Croazia e Italia. Non solo pacchi in stile simil terroristico, con pezzi di animali morti come occhi, ma anche minacce continua ai consolati. 

La situazione è comunque in continua evoluzione e, al netto della evidente mancanza di volontà di scendere a patti, l’incertezza è tanta, sia per la guerra in sé, sia per le ripercussioni economiche del conflitto qualora dovesse protrarsi.

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