Quando un capolavoro cinematografico viene accusato di razzismo: il caso “Via col vento”

Dopo la morte dell’afroamericano George Floyd per mano della polizia statunitense, avvenuta il 25 maggio 2020, la questione razzismo è ancora più al centro dell’attenzione e, ovviamente, ha investito con ripercussioni non lievi molti settori, tra cui quello cinematografico.

Questa volta, al centro delle polemiche, troviamo uno dei capolavori più romantici ed avvincenti del cinema americano: Via col vento.

Basato sul romanzo di Margareth Mitchell, questo film, uscito nelle sale cinematografiche nel 1939 e diretto dal regista Victor Fleming, narra le vicende sentimentali della giovane aristocratica Rossella O’Hara e dell’uomo di cui è innamorata, l’affascinante Rhett Butler, sullo sfondo dello scoppio della guerra civile americana del 1861.

Trama e successo a parte veniamo, però, al punto della situazione.

Questa pellicola cinematografica, vincitrice di ben 8 premi Oscar e che annovera tra i protagonisti attori del calibro di Vivien Leigh e Clarke Gable, è stata bandita dalla piattaforma streaming HBO Max perché considerata razzista ed oltraggiosa nei confronti della comunità afroamericana.

Di seguito le parole rilasciate da un portavoce di HBO:

Il film è il prodotto della sua epoca e mostra alcuni dei pregiudizi etnici e razziali che, purtroppo, erano comuni nella società americana del tempo. Questo tipo di raffigurazioni razziste erano sbagliate allora e sono sbagliate oggi”.

Per poi aggiungere che:

Via col vento potrebbe tornare, ma solo se accompagnato da una discussione sul suo contesto storico e da una denuncia dei suoi toni razzisti”.

Dopo le innumerevoli critiche verso questa decisione, il servizio di streaming si sta già mobilitando per reinserire il film nel catalogo che, tra l’altro, è stato aggiunto da poco su altre piattaforme come la famosissima Netflix.

Senza dubbio il film affronta temi delicati e di facile discussione: oltre quello appassionante del romanticismo, vengono trattati argomenti incalzanti dell’America del periodo dell’uscita del film, come quello della segregazione razziale, il tutto ambientato in uno scenario in cui la schiavitù della popolazione di colore era considerata erroneamente pura normalità.

Via col vento, quindi, non è altro che un film frutto del suo tempo e che mette in luce aspetti negativi della società di allora e che, oggi come oggi, si sperava fossero stati completamente surclassati come, appunto, quello del razzismo.

A quanto pare, però, ancora non è così e ciò non è percepibile solo da un film, ma dalla vita di tutti i giorni, da tutti quegli eventi in cui vediamo protagoniste ingiustizie verso chi è più debole e la morte di Floyd non ha fatto altro che portare ancora più alla ribalta questo vergognoso problema sociale.

La domanda, però, sorge spontanea: per quale motivo attaccare un capolavoro della cinematografia che ancora oggi viene apprezzato da tutti? Questo film, all’epoca, fu una vera e propria vittoria (oltre che dal punto di vista dei proventi) anche sociale, dato che valse il primo premio Oscar della storia ad un’attrice afroamericana, Hattie McDaniel per il ruolo di Mami, un evento che fino a qualche anno prima non sarebbe stato lontanamente preso in considerazione.

Quindi, perché “demonizzare” un successo così importante dopo 81 anni?

Non ci resta sperare che queste illazioni gratuite verso un film che ha segnato la storia della cinematografia mondiale vengano spazzate “via dal vento” della ragione e del buon senso.

1 commento

  1. Come sempre c’è sempre qualcuno che va oltre il buonsenso, criticare un film epocale come via col vento è qualcosa di surreale, questa gente deve pensare per il futuro di come eliminare il razzismo, non è certamente criticando un film che riproduceva la realtà di quei tempi che possono trovare la soluzione.

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