Ride the Lightning: La vaporwave, flusso d’arte e nostalgia

Chi è nato a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta spesso dovrà fare i conti con quel velo di nostalgia che avvolge quest’arco temporale. Quante volte capita di pensare a quei momenti spensierati e completamente scissi rispetto a ciò che ci circondava? Questo discorso ricomprende anche tutte quelle situazioni negative che, malgrado ciò, non rimangono confinate al di fuori dell’area in questione.

Il tutto confluisce in un ben preciso genere musicale, ossia la vaporwave.

Siamo intorno al 2010, periodo nel quale la musica soffre qualche scompenso artistico. Molte scene musicali hanno difficoltà nell’attuare quel ricambio generazionale in grado di dare longevità. Proprio in questo contesto viene ad affermarsi una nuova realtà anzi, per meglio dire, una vera e propria corrente musicale ed estetica.

La vaporwave nasce sul web, prendendo come riferimento la società tipica degli anni Novanta: si passa dalla considerazione delle varie serie televisive presenti in quell’epoca, fino al vestiario del momento. In sintesi, questa corrente ha per oggetto quel tempo, ormai lontano, che custodiamo nel nostro cassetto dei ricordi con grande affetto.

Musicalmente la vaporwave pone come sua base la musica elettronica, sviluppandosi su una pluralità di sintetizzazioni e campionamenti tipici della scena smooth jazz, lounge e pop.

Come affermato da Michelle Lhooq della Vice Media (società di comunicazione statunitense – canadese) per thump.vice.com: “Immagina di prendere pezzi di Muzak degli anni ’80, pubblicità a tarda notte, smooth jazz e quella melodia metallica che suonano i receptionist quando ti mettono in attesa, poi tagliala, abbassala , e rimescola tutto finché non ottieni un sassofono melmoso che sgocciola da una valvola di plastica scadente. Questa è la vaporwave”.

Questa definizione, nonostante possa risultare limitativa, rende perfettamente l’idea di come si sviluppi questa scena musicale. Vi sono artisti – però – che hanno lavorato anche su soluzioni differenti. Su tutti spicca il nome di Blank Benshee, pioniere del genere in questione, in grado di giungere a lavori di livello assoluto cambiando definitivamente le carte in tavola nel panorama mondiale.

Nel 2020 è stato pubblicato il suo ultimo album dal titolo Gaia, disco che si pone come obiettivo principale quello di oltrepassare il limite sul piano della ricerca sonora. Tracce come Green Ray testimoniano come il trend di Benshee sia, ancora una volta, quello di non fornire punti di riferimento, con la finalità di far perdere l’ascoltatore all’interno dei suoi brani.

Quest’ultimo è solo uno dei profili che hanno contribuito alla rapida espansione di questa scena musicale. Per rimanere su un prodotto “classico”, pienamente rappresentativo di tale ambito, è doveroso menzionare Floral Shoppe: album iconico, pubblicato nel 2011 dalla compositrice Ramona Andra Xavier (conosciuta con lo pseudonimo di Macintosh Plus, utilizzato solamente per questa pubblicazione).

Pietra miliare della vaporwave, Floral Shoppe ha affermato definitivamente quei paradigmi che – da lì in avanti – caratterizzeranno tale genere. La seconda traccia del lavoro, intitolata Lisa Frank 420 / Modern Computer, è stata ricavata dal brano It’s Your Move di Diana Ross del 1984. Pezzo cruciale per lo sviluppo del movimento, risultanza perfetta di tutte le componenti insite sia nell’album e sia – più in generale – nella scena vaporwave. Un vero e proprio capolavoro destinato a rimanere nella storia della musica mondiale.

L’Aesthetics , prospettiva artistica e indizio delle ambiguità

Come anticipato, si scrive di una corrente non solo musicale ma, soprattutto, artistica. La cosiddetta Aesthetics rappresenta lo snodo cruciale per la comprensione della vaporwave: realtà distorte, volutamente accentuate con l’utilizzo di sculture, ambienti surreali e di elementi retaggio degli anni Novanta. Navigando su internet è tangibile il grande utilizzo di immagini, adesivi e video contrassegnati da queste impostazioni.

L’Aesthetics fornisce al movimento una propria fisionomia, tenendo insieme tutta una serie di elementi non di facile gestione.

Su questo punto, però, è necessario aprire una riflessione. Negli anni si è formato un cospicuo filone critico che, provando a definire ulteriormente questo panorama, è giunto ad affermare come la vaporwave debba essere interpretata come una vera e propria critica nei confronti di quel decennio così tanto ricordato.

Proprio l’Aesthetics contribuisce ad alimentare queste affermazioni, molte immagini, infatti, sembrano rappresentare delle parodie circa le mode del tempo. Nonostante possa risultare ampiamente banale, questa interpretazione necessita di una contestualizzazione su concetti più concreti, quali il consumismo e il capitalismo.

Difficile orientarsi in tal senso, molti filoni musicali sorti in quel periodo hanno fatto della lotta – nei confronti di questi temi – una componente essenziale. Siamo realmente sicuri che questo possa essere accaduto anche con la vaporwave?

La sensazione è quella di un genere che non si lascia imbrigliare, che nasce – senza ombra di dubbio – tenendo conto di un periodo storico preciso, ma si sviluppa anche su canali differenti. Lo stesso Blank Benshee ha spesso utilizzato soluzioni appartenenti ad altre epoche, specialmente nei suoi primi lavori.

La vaporwave è un movimento che si differenzia ampiamente da tutte le espressioni artistiche odierne, che siano esse musicali o meno. Anche l’Italia sembra essere pronta ad accogliere pienamente questa corrente, con la speranza di giungere a lavori di altissimo profilo. A questo punto, non ci resta che lasciarci risucchiare in questa dimensione no sense, dove tutte le nostre esperienze torneranno a galla.

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