Roe vs Wade: il diritto all’aborto negato

Il 24 giugno, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha abolito la sentenza “Roe vs Wade”. Cos’è, o meglio, cos’era la Roe Vs Wade? Una storica sentenza, approvata nel 1973, che garantiva il diritto all’aborto in tutto il paese.

A causa del suo annullamento, ora ogni singolo stato potrà decidere se rendere l’aborto illegale o meno; purtroppo alcuni stati, cogliendo la palla al balzo, hanno già reso illegale l’aborto o comunque, sono pronti a seguire questa via.

La decisione lascia senza parole e scatena tantissima rabbia. Siamo tornati indietro di cinquant’anni? Com’è possibile che nel 2022 possa essere negato un diritto tanto combattuto come quello dell’aborto?

La storia del Roe Vs Wade

Prima dell’approvazione della sentenza Roe Vs Wade, ogni stato aveva una propria legislazione su questo tema. Purtroppo, in almeno 30 stati, l’interruzione di gravidanza era  considerata un reato di common law.  La pratica era consentita solo per casi specifici: stupro, incesto o pericolo per la donna.

Norma McCorvey, meglio conosciuta con lo pseudonimo legale “Jane Roe“. è stata la protagonista di questo storico processo. Norma McCorvey nacque nel 1947 in Louisiana e crebbe a Houston, in Texas. Quest’ultima ebbe un passato turbolento: crebbe in una famiglia disfunzionale, abbandonò la scuola in tenera età e scappò di casa. Prima di aver compiuto 18 anni si sposò con un uomo violento ed ebbe due bambine che diede in adozione.

Rimasta incinta del violento marito per la terza volta, molte persone le consigliarono di mentire in tribunale per poter richiedere l’aborto. Di fatto, all’epoca lo stato del Texas ammetteva il ricorso all’interruzione di gravidanza solo in caso di incesto o stupro. Norma mentì, affermando di essere stata stuprata, ma la sua richiesta venne respinta.

La donna decise di contattare Linda Coffee e Sarah Weddington, due avvocati dello stato del Texas. Nonostante sapessero che Norma avesse mentito, decisero di presentare ricorso alla Corte Distrettuale del Texas.Questo impegno riguardava una causa più grande: il diritto e la libertà per ogni donna di abortire.

Il procuratore distrettuale Henry Wade assunse la difesa del Texas. Wade era una personalità molto conosciuta all’epoca, poiché nel 1963 rappresentò l’accusa di Jack Ruby, un uomo che uccise Lee Harvey Oswald, il responsabile dell’assassinio del presidente John F. Kennedy.

La Corte distrettuale diede ragione alla McCorvey e di tutta risposta,Wade si appellò alla corte Suprema, la quale iniziò a studiare il caso nel 1970. Gli avvocati Coffee e Weddington portarono davanti ai giudici della Corte un nuovo progetto: una nuova interpretazione della Costituzione federale per riconoscere il diritto all’aborto come una libera scelta personale e non dovuta unicamente a casi estremi.

Il 22 gennaio 1973,  una maggioranza di 7 giudici (sui 9 totali) sancì il diritto di libera scelta di ricorso all’ interruzione di gravidanza in tutto il paese. L’interruzione poteva però essere attuata durante il primo trimestre di gravidanza e, in caso di pericolo per la salute della persona, anche oltre tale soglia.

Nel corso di quegli anni, Norma, la quale aveva già partorito e dato in adozione il terzo figlio, divenne un’ attivista in prima linea per i diritti delle donne ed un simbolo pro choice. La figura della McCorvey risulta, però, alquanto controversa ed enigmatica. Negli anni ’90, l’attivista si unì alla Chiesa Evangelica e divenne una fervente anti-abortista. Prima di morire, nel 2017, affermò che un’organizzazione religiosa l’aveva generosamente pagata per diventare un’attivista anti-aborto.

Cosa succederà ora?

Mezzo secolo dopo l’approvazione della Roe vs Wade, la situazione si è completamente ribaltata. La decisione di abolire la sentenza Roe vs Wade è stata presa da una Corte divisa, con 6 voti a favore e 3 contrari e nei prossimi 30 giorni, 13 stati potrebbero abolire questo tanto agognato diritto. È un duro colpo alla libertà personale e un ritorno al passato per l’America, in teoria un paese “aperto” in fatto di diritti. 

Ovviamente, a seguito della decisione, le proteste non si sono fatte attendere. Migliaia di persone sono scese a protestare davanti la Corte Suprema di Washington e le manifestazioni sono durate tutta la notte. Accanto agli indignati c’era chi festeggiava, ovvero il movimento pro-life.

In tantissimi hanno espresso il proprio parere, sia gente comune che celebrità e politici. L’ex presidente Barack Obama ha attaccato duramente la Corte, affermando che: “Sono state attaccate libertà di milioni di americani”. Non è mancato il commento del successore di Obama, Donald Trump: “È la volontà di Dio”. così ha dichiarato.

L’attuale presidente Joe Biden ha tenuto un discorso, esprimendo grande rammarico:”Oggi è un giorno triste per la Corte suprema e il Paese”. Il presidente ha affermato che ribaltare la sentenza è stato un tragico errore ed ora, sono a rischio  la vita e la salute di tantissime donne. Inoltre, ha  lanciato un appello a Capitol Hill per ripristinare la sentenza come legge federale.

Ora, la paura che vengano stravolti altri diritti è tanta, soprattutto perché i giudici risultano essere di stampo conservatore. Non è possibile che nel 2022 si faccia un passo così tanto a ritroso. La libertà deve essere sempre rispettata e tutelata da chi ne è di dovere; è questo quello che rende veramente civile un paese.

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