Trump ed il nuovo neutrality act per il kurdistan

Appare assai curioso come il Tycoon abbia de facto deciso di occuparsi della questione del Kurdistan.

Addì 13 gennaio 2019, né il Congresso né i membri del suo staff sanno cosa abbia in mente il Capo della Casa Bianca.

Si fanno ipotesi, si vocifera, si prevede, si suppone, si congettura.

Solo una cosa appare evidente negli ultimi giorni: il tentennamento di Washington lascia ampio margine di manovra all’estensione della Nuova Autarchia di Putin, il quale in questi mesi altro non sta facendo che monopolizzare e centralizzare il Suo ruolo in Siria e nello stesso Kurdistan.

Quattro sono state le insurrezioni del popolo Kurdo nella storia contemporanea, un tempo gioiello della Mesopotamia Achemenide, terra di dolore, di stimolo indipendentista avverso le politiche di contenimento turche, irachene, siriane…

Nonostante il magro risultato conseguito alla fine della Seconda Guerra del Golfo con la concessione di ‘’un’autonomia agevolata’’ da parte del Governo di Bagdad, ad oggi i Kurdi combattono per loro stessi, per riportare in vita i loro geo-diritti, i diritti del ‘’dove’’ e dell’ubicazione, diritti sopravvissuti nelle loro tradizioni e nei loro ricordi, poiché nulla è più sempiterno di un ricordo che si tramanda, che si trasmette, a cui si aggiunge un sentimento.

A Nord essi affrontano e sfidano il potente Sultano Erdogan, a Sud-Est resistono al Governo di Damasco, dal 2012 si trovano a dover fronteggiare la nuova minaccia del Sedicente Stato Islamico.

Al di là del celato aiuto concesso dagli ‘’amici persiani’’, il popolo kurdo ha acquisito un ruolo centrale in quella che può sembrare una delle tante questioni indipendentiste presenti nelle Nazioni.

Sono tanti i territori nel mondo che lottano per la loro autodeterminazione ma il Kurdistan oltre a lottare per l’indipendenza, negli ultimi quattro anni ha lottato e sta lottando anche a favore dell’Occidente, fornendo ad esso un intervento rafforzativo per frenare ‘’l’epidemia proselita di Daesh’’.

Con la decisione di voler ritirare le truppe dalla Siria, Trump ha quindi di fatto approvato un Nuovo Neutrality Act, lasciando intendere di avere l’intenzione di lasciare al naturale corso degli eventi La Partita, di avere altro a cui pensare e di cui occuparsi, che la questione Kurda appare poco proficua.

Lo stesso Roosevelt quando furono approvati i vari Atti di Neutralità negli anni 30’ riservò agli Stati Uniti un piccolo spazio ove poter occultare la vendita ed il trasporto di materiale bellico a Paesi Belligeranti, così ha de facto attuato il Tycoon, poiché sarebbe sciocco dire che gli USA non volgeranno mai più lo sguardo ad Est.

Tuttavia come detto poc’anzi, la titubanza di Washington ha permesso ulteriormente a Mosca di avellere il suo ruolo nello scenario geopolitico, in particolare in Medioriente.

Già in passato Putin strizzava l’occhio verso Kirkuk, Capitale Kurda ed oggi mette in pratica quello che inizialmente era solo un’Intesa Politica.

Siglati e rinnovati gli accordi con il Governo Iracheno per investimenti in Energia e fornitura di armamenti, il Cremlino ha collateralmente siglato accordi simili con il Governo Kurdo, mascherandoli dietro la definizione di ‘’patti regionali’’, sempre e comunque vincolanti da un punto di vista di Diritto Internazionale.

Egli quindi da buon Autocrate di tutte le Russie ha deciso di ‘’prendersi l’Iraq’’ con tanto di questione kurda.

Poco interessa al Nuovo Zar di vedere un popolo autodeterminarsi, di vedere nascere finalmente un nuovo Stato, il quale già rispecchia tutte le condizioni internazionali per essere definito tale.

L’unico vero interesse è quello di trasformare la Russia nel Nuovo Poliziotto del Mondo, profittando degli egoistici e vanitosi passi in dietro dell’America.

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