Turchia: espulsa la giovane Dalila Pocopio dopo il corteo femminista di Istanbul

Fermata ad Istanbul la 25enne Dalila Procopio, studentessa in Erasmus, figlia di un brigadiere dei carabinieri, per aver partecipato al corteo femminista non autorizzato sulla violenza contro le donne. Sarà espulsa dalla Turchia per aver partecipato alla dimostrazione per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne vietata dalla prefettura. È rimasta in custodia in una caserma di polizia assieme a centinaia di attiviste, poi trasferita in un centro di rimpatrio a Silivri, all’interno della provincia della città turca, ed è in buona salute.

Ancora una volta la difesa dei diritti umani e civili apre le sbarre ad una ragazza innocente, indipendentemente dalla cittadinanza e dalla religione. Tutti i suoi social sono stati oscurati dalle autorità turche. Ma non è la sola vittima della manifestazione del diritto: le autorità turche denunciano decine di arresti tra centinaia di attiviste che si sono riunite il 25 novembre in piazza Taksim intonando in turco ed in curdo “Donne, Vita, Libertà”. È stata comunque una pratica molto più rapida di quella avvenuta per Alessia Piperno, invece detenuta per ben 45 giorni nella prigione di Teheran con l’accusa di sospetto coinvolgimento nei moti anti-regime dopo la morte della 22enne Mahsa Amini.

Iran e Turchia si confermano, così, due scenari teatri orridi di scenari internazionali: l’uno con il crescente malcontento giovanile di fronte alle forti restrizioni del governo; l’altra, frantumata internamente dall’inflazione, alterna momenti di alto risalto internazionale a freni sul cambiamento interno. Erdoğan si rivela, così, mediatore tra Mosca e Kiev e protagonista indiscusso sul fronte bellico anti curdo in Siria (contro Fdk e Ypg) ed in Iraq (contro Komala, Kdpi, Pejak, Pkk e Pdk). Proprio in questo momento, le due autarchie si trovano alleate nelle campagne militari contemporanee contro la minoranza tanto odiata dal Sultano. In sostanza, i capi dello Ypg sono accusati da Ankara di essere mandanti ed esecutori del recente attentato ad Istanbul, riportando ben 6 morti e 53 feriti. Invece, secondo gli stessi curdi dietro l’attentato ci sarebbe l’Isis.

L’ennesima dimostrazione della prova di forza di un Paese che, in questo momento, non ha alcun bisogno di farlo…

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