Un’intensa campagna elettorale: occhio rivolto ad indecisi e astenuti ma non ai fuorisede

Mancano poco meno di due settimane al voto. La campagna elettorale è entrata nel vivo e gli ultimi sondaggi – prima del blackout elettorale scattato il 10 settembre  – danno in testa Fratelli d’Italia seguita dal Partito Democratico, con la coalizione di centrodestra nettamente avanti sulla coalizione di centrosinistra.

E proprio i leader dei due partiti dati in testa, Giorgia Meloni ed Enrico Letta, si sono scontrati in un lungo faccia a faccia il 12 settembre in diretta sul sito del Corriere, intervistati dal Direttore Luciano Fontana.

Dalla guerra in Ucraina al rapporto con l’Europa, dal Pnrr alle politiche fiscali e del lavoro, dal caro bollette allo scostamento di bilancio, dall’immigrazione ai diritti civili, dalle alleanze alle riforme.

Meloni e Letta hanno illustrato le rispettive posizioni e contrastato quelle dell’avversario su tutto, trovandosi d’accordo solo su un aspetto: “no alle larghe intese”.

Aspetto che trova, stando alle varie dichiarazioni, d’accordo tutti.

Nei prossimi giorni gli incontri/scontri televisivi si intensificheranno, provando a recuperare quell’ampia fetta di indecisi e astenuti dati oggi intorno al 40%.

Non sarà semplice. Oggi la disaffezione ai partiti e alla politica in generale è cresciuta molto e ciò porterà di conseguenza ad un astensionismo volontario.

Cosa ben diversa, invece, è l’astensionismo involontario in cui si imbatteranno gran parte dei fuorisede – che non riusciranno a rientrare nel loro comune di residenza oltre che per gli impegni personali anche per i costi dei mezzi di trasporto per molti non permissivi – costretti a rinunciare al loro diritto/dovere sancito costituzionalmente a causa di “mancate soluzioni”.

Si è preferito pensare ad altro, nonostante i vari appelli, piuttosto che colmare questa grande lacuna.

In Europa solamente Italia, Malta e Cipro non consentono il voto ai fuorisede. Ma oltre il danno la beffa: i residenti all’estero potranno votare per corrispondenza.

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel “Gattopardo”, scriveva: “Se tutto deve rimanere com’è, è necessario che tutto cambi”.

Ed effettivamente è così: passano gli anni, passano le legislature, cambiano i governi ma alla fine i problemi restano sempre per buona parte irrisolti.

Il “blackout elettorale” non ci permetterà di conoscere se ne corso di questi ultimi giorni possano esserci o meno delle variazioni sulle percentuali degli indecisi e degli astenuti oltre che dei partiti e delle coalizioni.

Ma non ci sarà molto da attendere, il 25 settembre è ormai alle porte.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here