Verba manent: il limite della vergogna

Già dalla notizia del ricovero, David Sassoli era stato bersaglio di insulti e vituperio. Lui, simbolo dell’Europa di oggi, attaccato dai complottisti no-everything, che uniscono vaccini, Unione Europea, odio personale e presunte dittature in un unico, vergognoso, messaggio. Tuttavia, David, da galantuomo qual era, non ha mai risposto. Anzi, ha registrato un videomessaggio di auguri per tutti durante il Natale. 

Non c’è limite alla vergogna, né al disonore, per i leoni da tastiera: vivono in un circo mediatico in cui pensano di potersi esibire ogniqualvolta vogliano, per giunta restando impuniti. Non solo profili fake, ma anche autorevoli (sic!) scienziati presi a modello dal popolo dei complotti. Come un domatore di leoni da computer, Paolo Becchi si è posto delle domande su Twitter: “È morto in seguito alla terza dose? Non c’è nessuna correlazione? Non rendete pubblica l’autopsia? O non la fate neppure? Costringete la gente a vaccinarsi e a morire”, premettendo, quasi moralmente costretto, “rispetto per la morte di David Sassoli”. E giù di interazioni, apologie, likes e incitamenti – per fortuna non solo. 

Becchi va in tv – complice chi lo invita – ed è anche professore all’Università di Genova. E come lui tanti altri, pur non godendo della sua medesima visibilità. 

Oltre il limite della vergogna c’è il degrado, inteso letteralmente come “scendere di livello”; ecco, in questi giorni è stato raggiunto il livello più basso, abissale e indecoroso dell’umanità in forma espressa. Forse David non se ne sarebbe curato, se avesse potuto sapere. Li avrebbe lasciati fare, perché in fondo, alla resa dei conti, ciascuno lascia in eredità al mondo il frutto delle proprie opere. C’è chi viene ricordato da tutti e chi viene condannato all’oblio. Sapremmo già dove collocare l’uno e gli altri. 

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