Verba manent: il sentimentalismo della Fase Due

In tempi di pandemia, il Governo esorta all’amore. Sì, avete capito bene, proprio al sentimento d’amore puro, duraturo, sincero e senza intoppi. Un affetto stabile, si potrebbe definire, nel senso che non soffre dei “momenti di pausa”. Se tutti gli affetti saranno stabili e nessuno si lascerà, allora chiunque potrà uscire di casa in un’Italia con più romantici e meno trasgressori. È la legge dell’amore 2.0, il sentimentalismo della Fase Due.

Tuttavia, sorge una domanda: i divorziati, i vedovi e i misantropi saranno costretti a dover restare chiusi, da soli, fra le mura di casa? Sì, eccetto per i casi di necessità in cui è lecito uscire.

In verità, l’attento premier sta pensando anche a essi, gli emarginati dei dpcm. Infatti, i 600 esperti lavorano nottetempo per far sì che, altresì chi non possiede stabilità negli affetti, possa comunque uscire liberamente di casa, a patto che rientri tra i primi diecimila spettatori delle conferenze stampa di Conte su Facebook, metta “mi piace” a tutte le sue pagine social e s’impegni, con ardore, a difenderlo contro tutti quelli che nei giorni correnti lo attaccano.

Il Presidente, concedendo la libertà sia agli affetti stabili sia agli emarginati dei dpcm rispettosi dei comportamenti sopraccitati, non solo preserva il suo brillante operato dalle critiche, ma si assicura anche un gran numero di voti per quando scenderà ufficialmente in politica. Ovvero, quando si candiderà, farà campagna elettorale sui territori, presenterà proposte alla collettività, verrà votato dagli italiani come espressione di un partito, sarà nominato dal Capo dello Stato sulla base di una maggioranza eletta e concorde su di lui.

Finora, Giuseppe Conte è in politica per hobby.

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