Verba manent: un ragazzo, prima che un indagato

È bastata una denuncia da accertare per gettare un ragazzo di vent’anni nel macero mediatico del web. Il figlio di Ignazio La Russa, Leonardo, dopo aver affrontato un (eventuale, per ora sono solo indagini) processo, che si concluda con una assoluzione o con una condanna, rieducativa del reo per legge, avrà una vita rovinata. Ma questo alla sinistra, alla magistratura, ai giornali, alla gente non interessa. Importa solo l’eccitazione di un gossip molto delicato e scottante, che riguarda un potenziale stupro, quindi solleva masse con forca in mano contro il reo già giudicato tale. 

Già dalle prime ore dopo la denuncia, consegnata in prima battuta a un giornale, pronta per essere lanciata come un razzo contro la politica, Ignazio La Russa era citato ovunque e le sue foto private, assieme al figlio, sbattute su siti e giornali. Cosa c’entra il padre con le eventuali colpe del figlio? Perché si mette in discussione il suo ruolo di presidente del Senato, se suo figlio possa essere ritenuto colpevole di stupro? 

Manca un nesso logico all’evidenza, sennonché la sinistra unita (giornali, politica, magistratura) voglia gettare ulteriore legna sul fuoco alimentato contro il governo Meloni. 

Così come col figlio di Grillo, oggi la politica deve affrontare un caso tanto privato quanto subdolo. La ripetizione bipartisan della vicenda, che colpì i 5 Stelle quando ancora avevano buon consenso, che colpisce Fratelli d’Italia all’apice del gradimento, fa riflettere. Fa pensare che, al netto dell’eventuale violenza subita dalle vittime, che rimane un fatto drammatico e merita attenzione e tutela, uno scossone sottoterra possa tramutarsi in terremoto ogni volta che ci sia la necessità di distruggere qualcosa o qualcuno. 

Oggi Leonardo La Russa è indagato, ma qualche giorno fa, quando finì su tutte le pagine dei giornali, non era neppure sotto indagine. Pensate solo se verrà rinviato a giudizio e, putacaso, perfino condannato in primo grado (che non sarebbe una condanna definitiva), cosa potrebbe succedergli. 

E se fosse innocente? E se, addirittura, la sua innocenza arrivasse in Appello o in Cassazione, tra tanti anni, vissuti tra rabbia popolare e dramma esistenziale? Cosa sarebbe della vita di un ragazzo che avrà compiuto 25 o 26 anni?

Potrebbe essere vostro figlio, anche se voi non siete il presidente del Senato. Immaginate vostro figlio innocente su tutti i giornali. Poi, messo da parte il livore, vi sfidiamo a commentare allo stesso modo la vicenda. 

Una precisazione finale: l’articolo è corredato da una foto generica per scelta. Meno accattivante, più giusta. Nessuna foto di Leonardo, tantomeno del padre. Non è questo il nostro modo di fare giornalismo. 

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