Coronavirus: per politici e giornalisti è il momento della responsabilità

In queste settimane gli occhi del mondo sono stati puntati sulla Cina e sul Coronavirus, infezione virale che sta tenendo tutti con il fiato sospeso.

Davanti a un male che non si conosce è normale che tra la popolazione, compresa quella italiana, corra preoccupazione e diffidenza. Tutti vengono guardati con sospetto, come se chiunque potesse essere un portatore di questa nuova e tremenda malattia.

Quella che si sta vivendo la potremmo definire una vera e propria fobia, che non colpisce tutti ma, comunque, una buona parte di noi.

In situazioni di emergenza, invece, quello che è fondamentale è la razionalizzazione della situazione. Mantenere la calma ed attenersi ai dati è sicuramente il modo migliore per decidere cosa fare o non fare nel corso delle nostre giornate.

Certo che politica ed informazione, in questi giorni, non aiutano il cittadino a farsi un’idea consapevole di quella che è la situazione. Continue strumentalizzazioni, sovrabbondanza di notizie e, spesso, fake news, invadono in cui, invece, bisognerebbe muoversi con estrema delicatezza, cautela, responsabilità.

Responsabilità. Quanto volte la sentiamo pronunciare. Ma non basta un semplice esercizio retorico, c’è bisogno di un profondo cambio di rotta. Davanti alle emergenze il sistema paese dovrebbe far quadrato e sostenere gli individui più deboli e più facilmente spaventabili.

Cavalcare la paura, alimentare la cultura del sospetto solo per incrementare click e like, su siti internet e social network, è qualcosa di aberrante, che trova la sua massima espressione quando l’oggetto del messaggio, e quindi della strumentalizzazione, sono malattie, morte e sofferenza.

Chi opera nell’informazione, chi fa politica, chiunque può influire sull’opinione pubblica oggi deve operare con cautela, cercando placare gli animi, già troppo agitati da una situazione grave ma gestibile.

In queste circostanze si dovrebbe sentire il dovere morale ad aiutare, non creare caos e confusione che tanto male fanno, prima di tutto, a noi italiani.

Il nostro appello è quindi alla responsabilità. In qualunque campo si operi.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here