Palestrina, coronavirus, Moretti: “Teniamo duro. Tutto il mio impegno e tutte le mie risorse in campo per fronteggiare l’emergenza”

Palestrina è stato un dei comuni più colpiti dall’emergenza Covid-19. L’Ospedale cittadino è stato, oltretutto, individuato come Covid Hospital per la Asl RM5. Insieme al direttore Alessandro Verrelli, ho contattato il sindaco Mario Moretti per fare il punto della situazione.

Salve sindaco e grazie per la disponibilità. A Palestrina ci sono stati diversi casi di contagio: com’è la situazione oggi?

Al momento (26 marzo mattina, ndr), sono 12 (4 nella frazione di Carchitti); di questi, alcuni sono stati trasferiti all’Ospedale Spallanzani e altri, che non presentano sintomi gravi, sono in osservazione presso il proprio domicilio. Tre casi sono attualmente in cura all’ospedale di Palestrina, che ha adottato tutte le misure per accogliere pazienti affetti da Covid-19. Verranno trasferiti in altre strutture qualora si presentino segni di particolari criticità.

Come ha reagito la popolazione di fronte alle notizie e, in generale, all’emergenza?

Inizialmente, di fronte alle disposizioni adottate su scala nazionale, Palestrina sembrava un’isola felice: la popolazione non ha immediatamente compreso la gravità della situazione. Insieme ad altri sindaci del comprensorio dei Monti Prenestini abbiamo deciso di calcare la mano e abbiamo iniziato a comunicare i numeri relativi ai casi. Nel mio primo comunicato ho annunciato la presenza di 8 casi, ora saliti a 12. A questo punto, la popolazione si è resa conto della situazione e ha compreso che il Covid-19 è tra noi. Nei giorni precedenti mi sono state segnalate diverse violazioni: ho persino ricevuto la segnalazione di persone in quarantena o positive che giravano liberamente per la città. Ho comunicato via video alla popolazione che ci sarà tolleranza zero nei confronti di chi viola le misure; inoltre domenica scorsa ho preteso dalla ASL (col supporto degli altri sindaci del comprensorio dei Monti Prenestini) gli elenchi con i nominativi delle persone in quarantena e positive al test del Covid-19, che prima ci erano stati negati (ndr, di norma la ASL fornisce solo l’elenco dei positivi con le relative iniziali). È stato un atto necessario per garantire la sorveglianza e la salute della mia comunità. In questo momento abbiamo a disposizione tutti i dati necessari per garantire un controllo serrato tramite la polizia municipale e i carabinieri. Dopo questa presa di posizione, la stragrande maggioranza dei cittadini ha reagito molto bene e ha preso coscienza della situazione. C’è maggiore attenzione e, in linea di massima, la situazione è tranquilla.

Mercoledì 25 marzo 2020 la Asl RM5 ha comunicato alla sua amministrazione che “stante la grave situazione di emergenza correlata alla infezione Covid 19, l’ospedale Coniugi Bernardini di Palestrina è stato individuato, in accordo con l’assessorato regionale sanità, quale ospedale Covid per la Asl Roma5”. “Tutti i reparti – specifica la nota della Asl – saranno pertanto riconvertiti, nelle prossime ore, mediante adozione di ogni necessaria misura, atta a garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori, contribuendo significativamente al contenimento della diffusione della patologia”. Possiamo fare il punto?

Questa mattina ho incontrato il direttore generale Giulio Santonocito, insieme ad una folta rappresentanza di medici ed operatori sanitari, a cui ho manifestato alcune richieste per cercare di mantenere, seppure diviso tra vecchia e nuova struttura, la funzionalità di alcuni reparti dell’ospedale. Una richiesta che non è stato possibile accogliere, in quanto in contrasto con i protocolli della sicurezza da applicare a chiunque si rechi in ospedale E proprio la sicurezza è stato uno dei principali punti su cui ho invitato il direttore generale a fare in modo che il Covid Hospital di Palestrina fornisca adeguate misure e dispositivi di protezione individuale sia a medici ed operatori che a chiunque vi acceda per qualsiasi motivo. In un momento così difficile per tutto il Paese, e parlo anche a nome dei sindaci di Zagarolo, Castel San Pietro Romano, Cave, Gallicano nel Lazio, Genazzano, San Vito Romano, Rocca di Cave, Capranica Prenestina, Poli, San Cesareo, anche il nostro territorio è chiamato oggi a svolgere un ruolo che, seppure con dei sacrifici, coinvolge moralmente tutta la comunità nel sostenere un’emergenza che sta stravolgendo l’Italia intera e sulla quale tutti noi, in misure diverse, siamo chiamati a fare la nostra parte. Un impegno e un sacrificio che, alla fine di questa situazione, vedrà tutti i sindaci fermi nel pretendere che l’ospedale di Palestrina torni alla sua piena operatività, magari con dotazioni strumentali e di personale migliorate rispetto ad oggi. Il grande rammarico mio e degli altri 10 sindaci è che, una decisione così importante, sia stata presa senza coinvolgere in alcun modo né le amministrazioni locali, né i medici di base anche in considerazione del fatto che, per i prossimi mesi, sarà fondamentale dare un servizio di pronto soccorso per oltre 100 mila residenti del territorio, istituendo un presidio protetto di primo soccorso mobile a Palestrina con una o più ambulanze h.24 e fornire una mappa dei percorsi clinico assistenziali per urgenze extra Covid, individuando presidi ospedalieri limitrofi, anche di altra Asl.

Come giudica le misure adottate dal governo Conte? Si tratta di misure adeguate, giuste oppure si sarebbe dovuto fare qualcosa di diverso?

In questo momento, credo sia dovere di ogni amministrazione non giudicare l’operato del governo: in un momento di crisi ognuno deve fare la sua parte. Avremo tutto il tempo di confrontarci e fornire giudizi. Ora, tutto il mio impegno e tutte le mie risorse devono essere messi in campo per fronteggiare l’emergenza.

Chiuderei l’intervista con un appello alla cittadinanza: cosa desidera dire ai suoi concittadini?

Desidero ringraziare i miei concittadini che stanno reagendo veramente bene e fanno un sacrificio necessario. L’appello è di tenere duro e stare in casa con i propri cari. Abbiamo fatto partire una serie di iniziative che permettono ai cittadini di uscire il meno possibile (spesa, farmaci e assistenza a domicilio, soprattutto per le persone più fragili). Ringrazio anche i ragazzi della Protezione Civile e della Croce Rossa: grazie al loro operato, stiamo consegnando derrate alimentari destinate alle mense scolastiche. Si tratta di grandi quantità di frutta e di verdura che stiamo distribuendo a persone maggiormente in difficoltà, individuate grazie alla Caritas, alle parrocchie della città e ai servizi sociali. Continuiamo così: solo tutti insieme, nel rispetto delle regole e con attenzione reciproca, ne usciremo fuori.

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