Ride the Lightning: È realmente cambiato l’approccio alla musica?

Ogni ambito, qualsiasi esso sia, ha un proprio corso. Ciò vale anche per il settore musicale dove, negli ultimi anni, sono emersi nuovi filoni e nuove dinamiche da scoprire, basti pensare all’ascesa della vaporwave nel panorama mondiale.

Molte volte assistiamo a critiche nei confronti della direzione assunta dalla musica, ma siamo realmente sicuri che queste siano ponderate? Possiamo ritenerle critiche fondate su un lavoro di ricerca e, quindi, costruttive?

Il tema non è semplice ma, analizzando alcune situazioni, si può tentare di far luce su questi aspetti.

L’approccio alla musica è mutato. Oggi le band (o artisti) emergenti hanno molti più strumenti, rispetto a qualche anno fa, per poter emergere. Al di là di ciò, affinché sia possibile affermarsi nel panorama di riferimento, è necessario che il progetto sia guidato con molta più attenzione e con un’ottica diversa rispetto al passato.

Si pensi ai Code Orange, la band di Pittsburgh – nell’ultimo lavoro dal titolo Underneath – ha puntato su soluzioni esclusive e ben distinguibili. Il motivo si situa nella necessità di “prendere le distanze” rispetto ad un genere – quello metal – dove sono stati già esplorati tutti i confini e tutte le sfumature possibili.

In un genere come quello appena menzionato, l’unico modo per potersi elevare è proprio ricercare una formula innovativa e pronta a dare nuova linfa.

Ma a cosa ci si riferisce con il termine “approccio”?

Le canzoni hanno assunto, ormai, una fisionomia diversa, si è usciti fuori dagli standard dei tre minuti e si prediligono tracce molto più corte con parti strumentali sporche e  articolate. Ovvio che la ragione sia anche di natura economica: i servizi in streaming, infatti, basano i loro pagamenti considerando l’ascolto completo della traccia.

Sarebbe un errore, però, soffermarsi solamente su una motivazione di guadagno;  alla base deve considerarsi anche quel progresso che sta accompagnando l’industria musicale verso prodotti totalmente opposti a ciò che ascoltiamo abitualmente.

A conferma di quanto analizzato, si potrebbe far riferimento a numerosi lavori o artisti, su tutti Blank Banshee. Quest’ultimo è considerato il pioniere della vaporwave, genere in grado di “storpiare” sonorità tipiche degli anni settanta – ottanta e di attualizzarle con logiche del tutto distorte. Da sottolineare come nel suo album – Blank Banshee 0 – nessuna traccia superi i tre minuti.

La stessa fisionomia di una canzone non è data esclusivamente dalla durata, ma anche da altri elementi strutturali di eguale importanza. Pensiamo ai ritornelli che, nonostante siano intesi come la parte più rilevante del pezzo, stanno andando a scomparire.

Questo discorso vale anche dal lato dell’ascoltatore, oggi è sensibilmente diminuito il sentimento verso gli album dei propri artisti preferiti. Non si avverte più la necessità di possedere quel determinato disco. Ciò ha contribuito al cambiamento delle modalità di “lancio” dello stesso prodotto. 

A questo punto, vale la pena ricordare come il discorso non rappresenti un assoluto. Ci sono ancora ambiti dove sono rimasti inalterati i vecchi dogmi, ma bisogna prendere coscienza di questo progresso che, in quanto tale, condurrà ad un risultato che adesso non ci è dato conoscere.

È sbagliato guardare con sfiducia tutto ciò che sta emergendo negli ultimi anni, sono molti gli artisti che si stanno dando da fare per la realizzazione di progetti sempre più innovativi. In tal senso, è significativo il lavoro che sta svolgendo Ghostemane, artista statunitense in grado di giungere ad un trap-metal molto complesso e influenzato da molteplici correnti come l’industrial o il rap.

In sintesi, non ci resta che attendere dove ci porterà tutto ciò. Il processo è iniziato da molto e, nonostante lo scetticismo nell’ambiente, sta portando discreti risultati che fanno ben sperare per il futuro.

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