Sanremo: le pagelle della seconda serata

Seconda serata sul palco dell’Ariston: tra big in gara e grandi ospiti ecco le nostre pagelle del Festival di Sanremo 2021:

  • Amadeus & Fiorello – Forse non all’altezza della prima serata di Festival, alzare sempre di più l’asticella non è mai semplice. La coppia funziona sempre alla perfezione senza mai avere nessun intoppo. Voto 8.
  • Laura Pausini – Eleganza, potenza vocale e stile; tutto questo è Laura Pausini, peccato per il discorso finale leggermente retorico ma l’esibizione resta di incredibile livello. Voto 8.
  • Elodie – Tanto delicata e a tratti timida nella conduzione quanto grintosa ed esplosiva nel canto. Si vede che non si trova molto a suo agio nel presentare mentre nel canto che dire, solo perfezione. Il suo spaccato di vita è stato senza dubbio commovente, forse troppo lungo ma senza dubbio toccante. Voto 8.
  • Gigliola Cinquetti, Fausto Leali, Marcella Bella – La storia della musica sale sul palco dell’Ariston. Lo stile, la classe e la potenza canora dei giganti non può essere valutata in numeri ma semplicemente in emozioni. Grazie della vostra voce nel triste mondo dell’Auto-Tune. Voto ∞.
  • Gigi d’Alessio – Splendido spaccato dei bassifondi di Napoli che diventano metaforicamente quelli di ogni parte del mondo, i nostri complimenti. Voto 9.
  • Achille Lauro – Performance di livello decisamente superiore a quella della serata precedente. Il testo di Achille Lauro si è fuso alla perfezione con la coreografia di Pulp Fiction di Tarantino… insomma, un grande show di livello superiore. Voto 9.
  • Orietta Berti – Con i suoi 77 anni Orietta è una virtuosa: il fiato non è più quello di un tempo ma non ne sbaglia una, di note. Sempre bello sentirla cantare. Voto 7,5.
  • Bugo – Autobiografica e suoni anni ‘80. Dentro sogni, errori, ottimismo c’è una certa eleganza compositiva; peccato per la voce non all’altezza del testo. Voto 6.
  • Gaia – Seducente, sensuale, ci fa viaggiare fino all’altra parte del mondo. Suoni latineggianti, chitarre acustiche, ritmi sudamericani, un po’ di reggaeton. Un racconto autobiografico che vola tra conquiste, errori e porte chiuse in faccia. Il contenuto del testo non sarà di certo emblematico tuttavia ha tutte le carte in tavola per diventare un tormentone. Voto 6,5.
  • Lo Stato Sociale – Esplosione di energia sul palco dell’Arisotn. una girandola di citazioni musicali anni ‘50 e ‘60, una canzone che si fa teatro, una presa di Bennato, un pizzico di ironia anche sul direttore artistico del Festival e del suo “profilo di coppia”. Voto 7,5.
  • La Rappresentante di Lista – Lei ha una vocalità splendidamente teatrale. Melodia incalzante con un crescendo ritmico che esplode nel ritornello. Un indie di qualità. Voto 7,5.
  • Malika Ayane – Un susseguirsi di suoni lungo il quale lei si muove sinuosa come nuotasse. Un elettro pop di facile ascolto senza eccessive sofisticazioni. Voto 7.
  • Ermal Meta – Poesia contemporanea sull’amore profonda e struggente da neo-poeta maledetto unita ad un esecuzione canora quasi impeccabile. Peccato per la melodia, forse troppo monotona, che di fatto passa in secondo piano. Voto 8.
  • Exstraliscio & Davide Toffolo – Esibizione “fuori contesto” rispetto a quello che normalmente ci aspetteremo al Festival tuttavia incredibilmente coinvolgente. Mettete due leggende del liscio e il cantante mascherato dei Tre Allegri Ragazzi Morti ed è servito un mix gustoso e frizzante. Da ballare. Geniale l’uso del Theremin. Voto 9.
  • Random – Performance lenta, una canzone d’amore ridotta all’essenziale. Una struttura troppo semplice per un brano che non decolla. Sicuramente l’emozione ha giocato brutti scherzi, farà sicuramente meglio. Voto 5.
  • Fulminacci – Canzone classica, cantautorale, garbata. Una ballata dalle strofe che si fanno ascoltare. Per ora, almeno da Sanremo, non può scappare; ha tutte le carte in tavola. Voto 8.
  • Willie Peyote – Mette alla berlina tutti, compreso se stesso e il Festival di Sanremo, con tanto di citazione di “Boris”. Irriverente. Saccente. Pulsante. Spara su tutto e tutti, manca forse un vero e proprio filo conduttore che unisca il tutto. Voto 6.
  • Gio Evan – Il poeta-musicista-cantante-globetrotter pugliese porta una ballata romantica che corre senza interruzioni dalla prima all’ultima nota. Un diario intimista di sentimenti che si fa ascoltare. Un pop d’autore trasversale perché piaccia a tutti. Voto 6,5.
  • Irama – A “salire” sul palco è la registrazione della prova generale dei giorni scorsi. “La genesi del tuo colore” è una tavolozza di suoni perfetta per creare una hit estiva. Voto 6,5.

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