Verba manent: “Ultimo tango a Parigi” oggi non può scandalizzare

Carlo Freccero è il Direttore di Rai Due da un paio di mesi, eppure già prova a rompere gli schemi: lunedì in prima serata è andato in onda “Ultimo tango a Parigi”, per la prima volta in versione non censurata, dopo quarantasette anni. Il film, diretto da Bertolucci, uscì sul grande schermo nel 1972 e generò uno scandalo enorme, a causa delle scene di erotismo spinto presenti nella pellicola. Pertanto, fu mandato al rogo, come le streghe nel Medioevo. Tre sere fa, l’inizio del film è stato anticipato da una descrizione fatta da Freccero in merito alle tematiche e ai retroscena della storia fra Marlon Brando e Maria Schneider. Nel suo racconto, Freccero ha voluto dare, fra le righe, il codice per accedere a uno speakeasy, un club riservato, per pochi intimi che siano in grado di capire la vera intimità.

Ad ogni modo, non sappiamo se la rivoluzione promessa in Rai dal Governo sarà attuata, ma il neo Direttore ha mandato un messaggio chiaro: basta con il politicamente corretto. Bernardo Bertolucci è scomparso da poco tempo, con lui una parte del nostro cinema è andata via; la proiezione di “Ultimo tango a Parigi” è stata la commemorazione di un artista raro e la rivalutazione del suo capolavoro. Oggigiorno, non crederemmo alle nostre orecchie se qualcuno si turbasse di fronte a delle scene di sesso esplicito. Suvvia, la società odierna è un contenitore di erotismo fittizio, trash televisivo, pornografia gratuita e aperta a tutte le età tramite internet. Un po’ di eros d’arte, organizzato e diretto a dovere, non nuoce alla salute di nessuno. Anzi, può solo giovare.

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