I russi dicono NO ALLA GUERRA: proteste in piazza

La stessa popolazione russa non è d’accordo con le decisioni del loro Presidente di intraprendere una guerra e lo dimostrano protestando.

Sappiamo tutti che in Russia, qualsiasi forma di protesta che vada contro il governo ed il presidente, è vietata e addirittura punibile. Giungono immagini molto forti dalla Russia, dove si vede il diritto di libertà di ogni persona di manifestare il proprio pensiero violato, se non addirittura stroncato dalle forze armate della città.

Proteste che si sono susseguite in tutto il mondo contro questa guerra insensata e ingiustificata, che ha provocato ad oggi più di 2000 morti civili. La Russia di Putin è scesa in piazza in 38 città a sostegno della popolazione ucraina che sente molto vicina, sia culturalmente sia geograficamente, con cui condivide le stesse origini slave. Tra le città in protesta, ci sono Mosca – con 600 arresti (ma se ne contano 1700) come riportato da Novaya Gazeta con un post su Twitter – e San Pietroburgo. Quest’ultima città, natia di Putin, conta una presenza massiccia di manifestanti contro la repressione del regime di certo non tenero con il dissenso. Espongono i cartelli con lo slogan della bandiera ucraina “No war”, chiedendo esplicitamente al loro Presidente di fermare le violenze che hanno colpito non pochi bambini.

In piazza sarebbero scesi anche sopravvissuti della Seconda Guerra Mondiale, come IrinaAnokhina, 84 anni, che ha accusato durante un’intervista a Holod Media Putin di aver trasformato la Russia in un paese fascista. La donna è stata subito arrestata mentre aiutava un altro manifestante. D’altronde, non ha dichiarato nulla di male, dato che gli stessi soldati russi al fronte hanno dato testimonianza di essere chiamati fascisti contrariamente a quanto gli avevano prospettato i loro capi, ovvero che sarebbero stati accolti a braccia aperte.

Infatti, è andato virale un video su Tiktok di un soldato russo catturato dagli ucraini che, in lacrime e spaventato, mangia qualcosa di caldo e beve una tazza di tè. Al suo fianco, una donna ucraina con in mano un cellulare che gli ha permesso di videochiamare la madre in Russia. Fuori campo si sente una voce che dice in ucraino “Non è colpa di questi giovani, non sanno perché sono qui. Hanno mappe vecchie, si sono persi”.

Da giorni, infatti, diversi rapporti di analisti militari occidentali hanno riferito che tra le truppe russe non mancano episodi di scoramento. Ci sono molti video su Internet, anche da fonti attendibili, che documentano scene di soldati russi che piangono o perdono la pazienza per il mancato invio di cibo e carburante dalle retrovie. Non dimentichiamo che, anche il tempo fa la sua parte.

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